Il 2016 si è chiuso con un incremento del 2,5% delle vendite delle imprese associate
Nel dettaglio, il comparto più dinamico è stato quello degli “alimentari e beni di consumo” che hanno registrato una crescita del 3,3%, seguiti dai “beni durevoli casa” che, con un +2,5% e una quota di mercato del 60%, si conferma il comparto di maggior rilievo della vendita a domicilio. Dati positivi anche per i comparti “altri beni e servizi” (+2,4%) e “cosmesi e cura del corpo”, in crescita dell’1,5%.
Sul fronte occupazionale, i venditori a domicilio sono oltre 156.000, in crescita del 2,2% rispetto al 2015, con una componente femminile pari al 93% segno che il mondo femminile è quello che sa interpretare al meglio le caratteristiche di flessibilità insite nel modello organizzativo della vendita a domicilio.
I risultati della vendita a domicilio migliori di quelli del commercio fisso al dettaglio che segna nel 2016 un minimo aumento dello 0,1% (dati Istat), dovuto alle vendite della grande distribuzione che sono aumentate dello 0,5% rispetto a quelle dei piccoli esercizi commerciali che sono diminuite dello 0,4%.
Fra gli indicatori macroeconomici, nel 2016 il Pil è aumentato dello 0,9%, mentre il tasso di inflazione registra una variazione negativa (-0,1%) rispetto al +0,1% del 2015: è dal 1959 che il nostro Paese non andava in deflazione.
L’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) è cresciuto nel 2016 dello 0,5% su base annua, mentre nel 2015 era cresciuto dell’1,6%: il tentativo di ripresa innescato nel 2015 segna quindi un rallentamento. Dato confermato dagli ultimi risultati dell’Outlook Italia Confcommercio-Censis, secondo i quali nel 2016 c’è stato un miglioramento della capacità di spesa delle famiglie, ma nel contempo il clima di fiducia è peggiorato creando una forte dicotomia tra reddito disponibile e fiducia. In una situazione del genere è difficile consolidare il trend di crescita dei consumi; per farlo occorrerebbe che il Governo cominci finalmente ad allentare la pressione fiscale.
Nel quadro altalenante dell’andamento dei consumi, la vendita diretta continua a segnare risultati positivi. Dal 2010, anno di fondazione di Univendita, siamo al settimo esercizio consecutivo di crescita: questo vuol dire che nel modello di business basato sulla relazione e sul contatto diretto tra venditore e cliente si instaura un forte rapporto di fiducia che genera risultati economici positivi.