Le vendite fuori dai locali commerciali costituiscono un canale legittimo e consolidato: non vi sono prove di un maggior danno per i consumatori dovuto a pratiche commerciali scorrette in questo contesto, piuttosto il contrario. Lo ha ribadito Direct Selling Europe (DSE), associazione commerciale per la Vendita Diretta Europea, nelle valutazioni fornite alla direzione generale della Giustizia e dei consumatori (DG JUST) della Commissione Europea, nell’ambito del sondaggio (mirato, non pubblico) relativo al “Fitness Check of EU Consumer Law on Digital Fairness”, a cui ha partecipato anche Univendita, che aderisce a DSE. L’indagine, nel dettaglio, intendeva valutare l’adeguatezza della legislazione europea in materia di tutela dei consumatori, per quanto riguarda le pratiche non richieste come le vendite a domicilio e le escursioni svolte a scopo di vendita ma anche, per la prima volta, le vendite su invito, i cosiddetti “party”. Si tratta, spiega la DSE, di un primo passo per preparare il lavoro in vista della revisione della legislazione europea sulla tutela dei consumatori, prevista per il 2025.
Nelle sue risposte alla Commissione Ue, l’Associazione ha ribadito l’assenza di prove circa una maggiore incidenza di pratiche scorrette verso i consumatori nelle vendite fuori dai locali commerciali, come del resto è stato confermato dal “Quadro di valutazione delle condizioni dei consumatori 2023”, pubblicato dalla Istituzione europea nel marzo 2023, che anzi ha evidenziato il contrario. Ancora, DSE ha fatto presente che le vendite fuori sede sono già ampiamente regolamentate e che qualsiasi ulteriore discriminazione normativa avrebbe gravi conseguenze economiche per l’intero settore, che conta quasi 30 miliardi di euro di vendite nette annue nell’UE e più di 6 milioni di venditori diretti, di cui il 74% sono donne (2022).
Infine, l’Associazione ha sottolineato che le norme europee e nazionali esistenti in materia di consumo forniscono il quadro di riferimento per questo tipo di vendite: ulteriori restrizioni, ha precisato, non impediranno ai commercianti disonesti di perseguire le loro pratiche illegali, a meno che l’applicazione della normativa non sia coerente e rapida.