Manovra, Univendita: governo vuole far chiudere vendita diretta, cancellare norma

“Siamo di fronte a un attacco gravissimo e ingiustificabile a un settore come la vendita diretta che genera in Italia oltre tre miliardi di fatturato e impiega circa 550mila persone. Qui rischiamo davvero di chiudere: equiparare un incaricato abituale di vendita a un agente di commercio significa mandare al collasso un comparto in cui operano grandi aziende e marchi importanti, spingendo almeno il 90% degli incaricati attuali a smettere di lavorare, con gravi riflessi per i redditi delle famiglie, già fiaccati dalla dura inflazione. Si tratta di una scelta inaccettabile per una presidente del Consiglio come Giorgia Meloni e un governo che dicono di voler difendere le imprese, chi lavora e crea ricchezza”. Lo denuncia in una nota Univendita, la maggiore associazione del settore della vendita diretta a domicilio, aderente a Confcommercio, commentando la norma della legge di Bilancio che modifica il regime di contribuzione previdenziale per gli autonomi della vendita diretta, equiparandolo a quello degli agenti e rappresentanti di commercio, disponendo al tempo stesso che l’incaricato debba ritenersi un lavoratore stabile, cui tocca pure l’iscrizione in Camera di commercio, non appena superi i 60 giorni di attività in un anno.
“Il paradosso di questa norma è che se l’incaricato dovesse versare i contributi a Enasarco oltre che alla gestione separata Inps, invece di guadagnare ci rimetterebbe di tasca propria migliaia di euro e logicamente non avrebbe più interesse a lavorare per integrare il reddito. Inoltre, è tecnicamente sbagliato confondere l’attività di incaricato con quella di lavoro autonomo o di collaborazione coordinata e continuativa – aggiunge l’associazione –. Peraltro, la norma della manovra è in contrasto con la legge 173 del 2005 che disciplina in maniera articolata questa figura e la distingue dall’agente di commercio. Si tratta di una proposta che non si capisce come potrebbe conciliarsi con l’attuale meccanismo della ritenuta d’imposta, fulcro di tutto il sistema degli incaricati alle vendite a domicilio”.
Il presidente di Univendita, Ciro Sinatra, infine chiosa: “Se la norma della legge di Bilancio andasse in porto, assisteremmo al ritiro immediato di almeno 150mila lavoratori: valutando la situazione a dir poco svantaggiosa, non si iscriverebbero neppure ad Enasarco (sembra questo il reale obiettivo di questa strana norma). L’esecutivo sarebbe responsabile di mandare in crisi in pochissimo tempo un comparto che sta aiutando le famiglie italiane a integrare i redditi con lavori part-time che permettono di far fronte al carovita galoppante. Ecco perché chiediamo il ritiro della norma. Oppure – conclude Sinatra – saremo costretti a inscenare forme di protesta esplicita contro un governo che sta uccidendo un settore vitale della nostra economia”.

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