Garantiamo il bonus di 600 euro anche agli incaricati con partita Iva
Il decreto “Cura Italia” esclude dal bonus di 600 euro gli incaricati alla vendita a domicilio abituali (41.600 lavoratori autonomi in tutta Italia), una categoria duramente provata dal fermo della loro attività professionale, che si protrae dal 12 marzo.
Non si può proclamare che «Nessuno si deve sentire abbandonato» e poi abbandonare letteralmente a se stesse oltre 40mila persone che vivono delle provvigioni dell’attività di venditore e che con esse pagano regolarmente tasse e contributi.
- A nome loro e delle loro famiglie, NOI DI UNIVENDITA, l’associazione di categoria che riunisce le più importanti imprese di vendita diretta a domicilio italiane,
PRETENDIAMO ASCOLTO! - È drammatico constatare che mentre la Commissione bilancio sta ancora esaminando gli emendamenti presentati per l’inserimento degli incaricati alla vendita a domicilio con partita Iva nell’articolo 27 del ddl di conversione del decreto-legge “Cura Italia”, una circolare dell’Inps dimentichi 41.600 lavoratori. Questa incertezza concorre a sfibrare ancor di più gli animi di persone già pesantemente colpite nello spirito e nelle tasche dal fermo della loro attività professionale.
PRETENDIAMO CHIAREZZA: ovvero una riscrittura chiara del decreto, affinché si ricomprendano nei benefici del bonus di 600 euro anche gli incaricati alla vendita a domicilio con partita Iva. - È inconcepibile che questo Governo, nella sua qualità di rappresentante di tutti i cittadini Italiani e di garante della Costituzione, che sancisce l’Italia una Repubblica fondata sul lavoro, crei delle sperequazioni fra le categorie.
PRETENDIAMO UGUAGLIANZA: ogni distinguo fra lavoratori autonomi deve essere eliminato senza incertezze: tutti gli autonomi con partita Iva – compresi gli incaricati alla vendita a domicilio – devono essere ricompresi nel bonus di 600 euro, senza distinzione alcuna. - È inaccettabile che pur in presenza di risorse limitate si pensi di destinare fondi a sostegno di chi concorre ad alimentare l’economia sommersa, prima che a coloro che rappresentano una delle colonne portanti della produttività italiana.
PRETENDIAMO PRECEDENZA: prima di pensare al lavoro nero, si pensi al lavoro che genera gettito nelle Casse dello Stato. I nostri 41.600 incaricati alla vendita diretta a domicilio con partita Iva versano ogni anno milioni di euro di tasse e contributi. - I soldi servono ora, subito, perché siamo già alla quarta settimana da quando i nostri 41.600 incaricati alla vendita diretta a domicilio con partita Iva hanno dovuto sospendere la propria attività, perdendo ogni possibilità di i guadagno a fine mese.
PRETENDIAMO VELOCITA’: il bonus di 600 euro deve essere messo a loro disposizione immediatamente, con procedure di erogazione snelle e alla portata di tutti. È francamente imbarazzante che il sito dell’Inps da giorni non sia facilmente accessibile, prima ancora del prevedibile imbuto del 1° aprile, quando verrà attivata la procedura di richiesta del bonus online. È indispensabile studiare forme alternative e immediate di erogazione del denaro, in attesa di potenziare l’infrastruttura digitale del Paese. - Nonostante le incertezze normative, riteniamo che gli incaricati alla vendita a domicilio con partita Iva debbano essere ricompresi rapidamente fra i lavoratori autonomi a cui spetta il bonus di 600 euro.
PRETENDIAMO L’ACCOGLIMENTO: fin da adesso di tutte le domande presentate dagli incaricati alla vendita a domicilio all’Inps a partire dal 1° aprile per usufruire della prestazione “indennità 600 euro”.