ROMA, 9 febbraio – “Se il testo rimanesse così com’è, colpirebbe il nostro settore in maniera diretta e discriminatoria: riteniamo infatti inaccettabile che il diritto di recesso venga prolungato per la sola vendita diretta ex ante – ovvero senza accertare preliminarmente che si tratti di una vendita ingannevole o di una pratica commerciale scorretta – e non si applichi ad esempio agli acquisti tramite e-commerce, ambito in cui, già solo per una questione numerica, si registra un elevatissimo numero di truffe”. Lo scrive Ciro Sinatra, presidente di Univendita, la maggiore associazione del comparto della vendita diretta a domicilio, aderente a Confcommercio, nell’accorata lettera inviata alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in merito alle incongruenze contenute nello schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva Ue del 2019 sulla protezione dei consumatori e che allunga il diritto di ripensamento da 14 a 30 giorni solo per la vendita diretta su appuntamento non richiesto dal cliente, basandosi sul falso presupposto che la condotta dell’incaricato in questa circostanza sia di per sé ingannatoria e fraudolenta. Mentre invece la modifica andrebbe limitata ai casi in cui siano accertate pratiche commerciali aggressive o ingannevoli, come prevede la norma Ue.
“Le Commissioni Industria del Senato e Attività produttive della Camera hanno espresso un parere che chiede il mantenimento del termine di 14 giorni per le vendite richieste dal Cliente, circostanza tra l’altro già prevista dal Codice del consumo. La Commissione Politiche Ue del Senato – aggiunge Sinatra nella missiva – ha invece approvato un’osservazione che limita tale prolungamento alle sole vendite non richieste in caso di pratiche aggressive o ingannevoli, come tra l’altro indicato dalla direttiva che ci accingiamo a recepire”.
Quindi l’appello finale a Meloni, cui il presidente di Univendita chiede “in sede di approvazione definitiva dello schema di decreto legislativo, di accogliere le osservazioni della Commissione Politiche Ue, che correttamente circoscrivono il prolungamento a 30 giorni solo per le pratiche illecite”.