In un clima di pandemia che ha messo in ginocchio moltissime realtà lavorative, ma che sta vedendo i primi timidi segnali di riapertura, la professione del venditore a domicilio si è ritagliata uno spazio importante con una crescita esemplare della domanda e dell’offerta professionale.
Come da rapporto di Univendita del 2020, infatti, tra i 165.000 italiani che hanno colto questa opportunità professionale il 93.1% sono donne. E in questo contesto senza precedenti, a misurarsi con le maggiori difficoltà sono state proprio queste ultime che, però, in questo modello di business, hanno trovato la combinazione ideale per conciliare lavoro e vita privata.
Grazie anche agli strumenti digitali e al costante sostegno che le aziende associate Univendita hanno messo a disposizione dei loro venditori, molte donne non hanno dovuto rinunciare alla loro identità professionale per prendersi cura dei figli costretti alla didattica a distanza. Tantissime mamme hanno abbracciato l’idea di riprendere o iniziare a lavorare dopo il lock down con grande entusiasmo. Perché una mamma è prima di tutto una donna che non può e non deve mettere in secondo piano i propri sogni e i propri obiettivi professionali. Univendita vuole agevolare questo processo, comprendendo la centralità del ruolo di madre ma, allo stesso tempo, anche quello di donna che lavora.
“Le mamme sono la nostra tradizione, il nostro presente e il nostro futuro. Sono un patrimonio inestimabile e una mamma che lavora e riesce a conciliare gli impegni familiari è di certo una mamma appagata” afferma Ciro Sinatra, presidente di Univendita. “Per noi la soddisfazione di una mamma rappresenta la soddisfazione di tutte le nostre aziende associate, ed è per questo che siamo orgogliosi di festeggiare tutte le mamme d’Italia che lavorano con noi, perché il loro impegno, la loro costanza e dedizione possano essere d’esempio per tutti” conclude Sinatra.
Tre mamme provenienti da diversi territori italiani, in occasione della loro festa (Festa della mamma, 9 maggio) spiegano come la loro vita tra DaD e passeggiate al parco non abbia cambiato il loro approccio lavorativo:
Elena Voltolini di Colle di Val d’Elsa (Siena) – Travel Agent per CartOrange – 1 figlia di 6 anni
Sono una travel agent da quindici anni, amo il mio mestiere ma quando lavoravo in agenzia gli orari fissi non mi permettevano di dare priorità a mia figlia che oggi ha 6 anni. Ho sempre saputo di voler essere una mamma presente e non volevo rischiare di perdermi i momenti migliori della sua infanzia. Per me quella della vendita diretta è stata una scelta ponderata, poiché non avere una certezza di uno stipendio non è un fattore da sottovalutare, ma con le competenze e la voglia di fare é tutta un’altra vita. Tutto molto flessibile, la bellezza di fare un lavoro di questo tipo è la possibilità di rivedere all’ultimo l’agenda e gli impegni, ed è il caso di quest’ultimo anno di pandemia in cui i bambini sono stati o in quarantena o in dad. Quando si è felici e soddisfatti si fanno meglio sia il lavoro di mamma che quello della consulente di viaggi.
Iolanda Lanza di Foggia – Consulente Leader Avon – 4 figli di 15, 12, 9 e 3 anni
Sono una mamma a tempo pieno. Mi sveglio presto la mattina verso le cinque e ne approfitto per sbrigare qualche faccenda a casa. Poi porto i bambini a scuola e mi metto a lavorare con le ragazze consulenti del mio gruppo, tre ore la mattina e tre ore nel pomeriggio. Organizzare il mio tempo è fondamentale perché con 4 figli per me è prezioso sfruttarlo al meglio. Per esempio mentre aspetto i bambini che tornano da scuola ne approfitto per fare un ordine, o rispondere a qualche consulente che mi fa domande, invio i cataloghi alle mie clienti. Il mio lavoro mi permette di essere in qualsiasi momento attiva. Consiglio alle mamme che vogliono intraprendere la carriera nella vendita diretta di non sottovalutarsi mai, di provarci sempre, noi tutte possiamo riuscirci.
Maria Sampino di Palermo – Capogruppo Tupperware – 2 figli di 14 e 10 anni
Ho iniziato la mia carriera nella vendita diretta quando mio figlio maggiore aveva 13 mesi. Spesso molte clienti mi chiedono come faccio a fare tutto. La mia risposta è che io adoro il mio lavoro proprio perché mi permette di fare tutto. Posso decidere io di lavorare due ore piuttosto che sei ore, decidere liberamente quando andare dal parrucchiere o andare a vedere una partita di calcio di mio figlio. Riesco ad essere sempre presente per i miei figli, portandoli a scuola, stando con loro a pranzo o seguendoli nelle loro attività ricreative. Gestisco tutto come preferisco, sono gratificata e non mi manca niente. Mio marito mi appoggia perché mi vede felice, mi ha sempre visto con il sorriso.