Credito al consumo, Univendita partecipa alla consultazione pubblica del MEF: chiesti chiarimenti sulla definizione di creditore

Roma, 4 settembre 2025 – Inserire nel Testo unico bancario (Tub) la definizione di “creditore” come espressa dalla direttiva europea sul credito al consumo, o quantomeno di quella di “fornitore di beni o prestatore di servizi”, entrambe assenti nel Tub attualmente in vigore. Oppure, emanare un atto ricognitorio che serva a precisare i vincoli per i creditori che offrono dilazioni a titolo accessorio senza interessi o sanzioni. È quanto chiesto da Univendita al Ministero dell’Economia nell’ambito della consultazione pubblica, che si è chiusa il 4 settembre scorso, indetta in vista del recepimento, tramite un decreto legislativo, della direttiva UE 2023/2225 (ccd2) che riforma le regole del credito al consumo.

Una volta conclusa la fase istruttoria, il Ministero rielaborerà il provvedimento di recepimento della norma europea sulla base delle considerazioni emerse, che sarà poi varato dal Consiglio dei ministri in via preliminare e inviato alle Camere per i pareri consultivi non vincolanti delle commissioni di merito. Al termine di questo iter parlamentare, il testo tornerà al Cdm per l’approvazione definitiva.

Sul tema oggetto della consultazione, Univendita ha già detto la sua in audizione nella commissione Politiche UE del Senato lo scorso 13 novembre durante l’esame del disegno di legge di delegazione europea (provvedimento che ha disposto il recepimento nell’ordinamento italiano proprio della direttiva 2023/2225). Anche in quella sede il Presidente Ciro Sinatra aveva chiesto di confermare nella sua attuale versione la definizione di “creditore” prevista dalla direttiva europea, per consentire alle imprese della vendita diretta di operare in continuità offrendo forme di pagamento non onerose, differenziate e sostenibili. Il punto di vista dell’Associazione era stato condiviso anche con la commissione Finanze di Palazzo Madama, la quale aveva recepito questa richiesta nel parere approvato al termine dell’esame del disegno di legge.

“Apprezziamo innanzitutto il metodo adottato dal Ministero dell’Economia. La consultazione pubblica ci ha consentito di dire la nostra a proposito di un tema delicato e importante per molte imprese della vendita diretta, che grazie a dilazioni di pagamento personalizzate permettono ai consumatori di accedere a beni durevoli senza costi e ulteriori gravami, ma al tempo stesso senza subire indagini patrimoniali da parte delle aziende che si accollano tutto il rischio di credito”, commenta il Presidente Sinatra in merito alla partecipazione dell’Associazione alla consultazione. “Apprezziamo l’impianto delle norme che consentono di concludere contratti di credito con il consumatore non solo ai ‘finanziatori’, ma anche ai ‘fornitori di beni o prestatori di servizi’, come le imprese associate a Univendita, che concedono dilazioni a titolo gratuito”, conclude Sinatra.

Quella sul credito al consumo non è l’unica consultazione pubblica alla quale ha partecipato l’Associazione. L’ultima in ordine di tempo risale a maggio scorso, quando Univendita ha risposto alla chiamata del ministero del Lavoro sull’impatto dell’Intelligenza artificiale nel mercato del lavoro.

 

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