Sicuro e soddisfatto: la vita del commesso viaggiatore nell’economia del precariato
Smentita del Presidente Barsotti in merito all’articolo di Libero del 4 dicembre 2012
L’indagine, effettuata tramite un questionario compilato online, ha visto la partecipazione di 750 incaricati alla vendita, rappresentativi per sesso, età e stato civile della composizione della forza vendita delle dieci aziende associate Univendita, che nel 2012 hanno superato i 60mila addetti. Il campione di incaricati vede, una netta prevalenza della componente femminile (81,3%), la maggioranza di persone coniugate (77%) e una distribuzione anagrafica che colloca gli addetti per il 33,2% nella fascia 45/54 anni, per il 26,3% nella fascia 35/44, per il 17,7% nell’intervallo 25/34 anni e per il 15,1% nell’intervallo 55/64 anni.
Primo aspetto che emerge dall’indagine: quella dell’incaricato alla vendita è un’occupazione sicura. Infatti il 42% degli incaricati è in azienda da oltre 6 anni e un ulteriore 13,1% da 3 a 6 anni. Indicativo il trend nelle fasce dei cosiddetti esodati, ossia chi ha perso il lavoro in età matura, ma è ancora lontano dalla pensione: l’alta percentuale di persone fra i 45 e i 54 anni che lavorano per un’azienda di vendita a domicilio da meno di un anno è pari al 17%, fra 1 e 3 anni del 20%; se ci si sposta alla fascia d’età successiva, fra gli addetti alla vendita di età compresa fra i 55 e i 64 anni, quasi il 10% ha un’anzianità aziendale tra 1 e 3 anni. E’ la prova che la vendita a domicilio svolge una funzione anticiclica per le dinamiche del mondo del lavoro e rappresenta un’occasione concreta di impiego con il vantaggio di non avere barriere all’ingresso sia per chi in età matura, come gli over 55, ha perso l’occupazione, sia per i giovani, come gli under 35, alla faticosa ricerca di un’occupazione.
A testimoniarlo la percentuale di under 25 (il 24%) che è in azienda da più di un anno e meno di tre, quindi che ha vissuto con ogni probabilità nelle aziende della vendita a domicilio una delle prime esperienze lavorative, e il 33% delle persone nella fascia 25/34, quindi nel momento in cui si matura una professionalità. A riprova del carattere di sicurezza della professione, la tipologia di attività: il 64,7% del campione ha nella vendita a domicilio l’unico lavoro, contro il 35,3% che ne svolge anche un altro; il 59,3% lo svolge part time e il 40,7% a tempo pieno.
A sfatare un luogo comune, che vorrebbe l’addetto alla vendita a domicilio come ultima ratio di chi è alla ricerca di un lavoro, l’alta percentuale, il 57%, di chi ha intrapreso la professione entro un mese dall’ultimo impiego: segno che siamo in presenza di una precisa volontà e di una chiara scelta professionale.
Ma c’è un altro aspetto da considerare nella professione dei commessi viaggiatori del ventunesimo secolo: il fattore soddisfazione. Dall’indagine emerge un grado di soddisfazione altissimo: il 95% degli incaricati, infatti, spende un giudizio positivo sulla propria attività. Una percentuale ancor più significativa se confrontata con i risultati emersi nel convegno organizzato in dicembre a Roma da Isfol ed Eurofound sulla qualità del lavoro in Europa e Italia. Se, come detto, il 95% degli addetti Univendita esprime soddisfazione per il proprio impiego, la percentuale scende a meno dell’85% in Europa e a meno dell’80% in Italia.
Tornando all’indagine, e a ulteriore riprova della sicurezza della professione, c’è il fatto che oltre un incaricato su tre non cambierebbe lavoro neppure per un posto fisso da dipendente. Infatti, soltanto il 26% cambierebbe il proprio lavoro di incaricato alla vendita con uno più “tradizionale”, mentre il 35,6% si dice pronto a valutare l’opzione. Il 52% degli addetti dai 35 anni in su si dice sicuro di svolgere ancora questa professione tra 5 anni, segno che il lavoro di incaricato alla vendita offre prospettive nel medio periodo; il che non è poca cosa in tempi di precariato diffuso.