Vendita a domicilio: fatturato 2020 a 1,3 miliardi – Per il 2021 si stima una crescita del 10%

In aumento il numero dei venditori (+3,5%) a quota 165mila

In uno scenario economico segnato da una contrazione di entità eccezionale a causa della pandemia, Univendita ha mantenuto le proprie posizioni e ha chiuso il 2020 con un volume d’affari delle imprese associate pari a 1 miliardo e 306 milioni di euro, in lieve flessione rispetto all’anno precedente ma con un trend di forte recupero rispetto alla prima metà dell’anno.
La vendita a domicilio si conferma un settore propulsivo e anticiclico rispetto all’andamento economico del Paese. Chiaramente il lockdown ha portato ad affrontare criticità legate all’impossibilità di contattare direttamente la clientela, che i venditori sono riusciti a superare, ove possibile, attraverso il ricorso agli strumenti tecnologici messi a disposizione dalle aziende, grazie ai quali sono riusciti a fare consulenze personalizzate attraverso dimostrazioni video da remoto.
Il ricorso agli strumenti digitali, infatti, ha subìto una vera e propria accelerazione nel periodo dell’emergenza sanitaria e ha permesso il coinvolgimento della clientela in maniera nuova, sicura pur mantenendo la tradizionale consulenza e attenzione.
Questo ha anche favorito nuovi ingressi tra venditori delle aziende associate e ulteriori attività di formazione per stare al passo coi tempi. Nel complesso, si ritiene che ci siano tutte le premesse per un 2021 che possa confermare il forte trend di recupero delle vendite che si è iniziato a registrare nella seconda metà del 2020. Si può quindi stimare per quest’anno una crescita che si avvicinerà al 10%, anche perché c’è una forte voglia da parte dei consumatori di tornare alla normalità e ai contatti umani”.
Particolarmente interessanti sono i dati riguardanti la dinamica occupazionale: gli italiani che hanno scelto di lavorare nella vendita a domicilio sono oltre 165.000, in aumento del 3,5% rispetto al 2019, con una componente femminile pari al 93,1%: un dato positivo che conferma come questo modello di business sia una valida alternativa in un momento in cui nel Paese si registra un calo dell’occupazione senza precedenti, che non aumenta ulteriormente solo grazie al blocco dei licenziamenti.
In un contesto in cui i giovani e le donne sono stati i più penalizzati dal punto di vista occupazionale, la vendita a domicilio ha rappresentato e continua a rappresentare una concreta opportunità professionale, basata sulla meritocrazia e caratterizzata da interessanti piani di carriera: chiunque, anche chi è semplicemente in cerca di nuovi stimoli professionali, può mettersi in gioco dedicandosi a questa attività ‘armandosi’ di voglia di fare, etica e capacità di leggere i desideri di una clientela molto variegata.
La professione di venditore a domicilio, infatti, è una scelta sempre più frequente non solo tra gli adulti d’età compresa tra i 35 e i 54 anni (42,8%), ma anche tra i giovani tra i 18 e i 34 anni (31,8%), segnale che mostra come la vendita a domicilio possa ritenersi un’efficace alternativa occupazionale in un momento in cui il mercato del lavoro sta attraversando grandi difficoltà.

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